venerdì 29 marzo 2013

Il tatto

Ogni essere umano è dotato di cinque sensi.
Vista, udito, olfatto, gusto e tatto.
Senza nulla togliere agli altri sensi, vorrei sottolineare quanto sia importante anche il tatto.
Ne stavo giusto parlando con alcuni amici tempo fa.
I nostri recettori tattili sono distribuiti su tutta la superficie del nostro corpo.
Solo sulle mani vi è una maggiore concentrazione di terminazioni nervose.
Senza il tatto,  innanzi tutto, non potremmo mai e poi mai accorgerci se e quando ci tagliamo o prendiamo una botta.
Grazie a questo senso, riusciamo a sentire la ruvidezza o meno delle superfici che tocchiamo, oppure, il calore o la freddezza di un oggetto.
Riuscireste a immaginare una vita senza il tatto?
Sinceramente ci ho provato,  e un brivido freddo mi è corso lungo tutta la schiena (appunto)...
Certo, nulla è paragonabile a un alba in riva al mare o a un Inno alla gioia di Beethoven, ma che dire allora di un mondo dove non possiamo avvertire nulla di quello che un semplice oggetto ci può trasmettere.
Qualunque cosa che possiamo toccare ha la potenzialità di trasmetterci emozioni e sensazioni in un modo tale che vista, udito, olfatto e gusto non potrebbero fare...
Il calore, per esempio, non potrebbe essere avvertito se non con il senso del tatto.
Magari quel caldo che rievoca una sensazione piacevole o un ricordo altrettanto caro.
L'abbraccio o le carezze della nostra dolce metà. Discutendo di questa cosa con una ragazza,  mi sono preso la libertà di darle una leggera carezza sulla guancia...
Una cosa innocente,  che le ha fatto affiorare il sorriso... subito dopo le chiesi a brucia pelo: "Riesci a immaginare un'intera esistenza senza nemmeno sapere cosa vuole dire avvertire un tocco così semplice, ma allo stesso tempo potenzialmente carico di significati? "
Non dimentichiamo che il tatto, è quel senso che ha recettori su TUTTO il corpo...
Riuscireste a immaginare una vita senza sapere cosa vuol dire una vita senza il piacere del sesso.
Cari maschietti e care femminucce, ricordatevi che è grazie a questo senso che noi riusciamo a dare sfogo alla nostra libido e al nostro desiderio.
Ricorderò per sempre un fumetto di nome Rising stars, dove uno dei personaggi, un tal Peter Dawson, aveva un potere particolare. Era invulnerabile,  non poteva essere ferito, nè poteva essere avvelenato.
Unico problema, il suo dono aveva un prezzo... era completamente insensibile dalla testa ai piedi...
Potete immaginare ciò cosa potesse potenzialmente voler dire...
L'autore rende l'idea così bene in un disegno.
Lui che passeggia con le mani in tasca accanto ad una ragazza lungo il classico vialetto pieno di panchine con coppiette annesse.
Se ci pensate bene, direi che come scena rende parecchio.
Che ne dite? 

Il tatto non è tutto, ma è molto. Solo che pochi se ne rendono effettivamente conto.

A.d.m.

lunedì 18 marzo 2013

Uno di quei giorni

Ci sono dei giorni nella nostra vita in cui tutto appare ancora più nero di quello che è. 
La gente ti chiede come stai, e tu, per pura convenzione sociale rispondi "Bene grazie."
Se dovessero leggerti dentro vedrebbero quello che si muove in fondo alla tua anima.
In questi giorni, la verità è che vorresti solamente sprofondare nel buco più nero. 
Ti senti affogare, ti manca l'aria, e senza rendertene conto, ti metti a boccheggiare perché sei in debito di ossigeno. 
Dentro di te senti come se qualcosa non va. Non sei tranquillo, anzi, hai quasi delle crisi di panico. È come se ti avessero chiuso in una bara, e, con le unghie e i pugni, cerchi di sfondarne il coperchio. Ma una volta rotto, dovresti scavare e cercare di non soffocare in mezzo a metri e metri di terra che ti sovrastano.  Quindi,  oltre ad essere rinchiuso dentro una scatola, sai perfettamente che sopra di te la terra ti schiaccerebbe con il suo peso, qualora tu dovessi riuscire a rompere la bara che ti rinchiude... Sepolto vivo... che bella sensazione. Nessuna via di fuga. Sei completamente solo con te stesso, e, il tempo che ti resta non è un regalo, ma solo una lenta agonia che ti porterà verso la fine più ovvia.
Strilli, hai paura, vuoi essere tirato fuori da quel buco. Ma nessuno ti può sentire. Nessuno passa di li. Sei completamente solo, nel buio più nero.
Il tuo cuore alterna momenti in cui sembra che sia li li per fermarsi a momenti in cui ti batte all'impazzata.
Non lo controlli, è, semmai,  il contrario.
Dentro di te non vedi speranza, ma solo disperazione e una gran voglia che tutto questo finisca presto. Chissà per quanto ancora durerà l'aria prima che sopraggiunga la morte per asfissia .
Ti appelli alle tue divinità e una sola domanda ti viene da fare... perché mi hai abbandonato? 
Come se tutto ciò non dovesse bastare ad un certo punto, senti che la tua piccola e angusta scatola comincia a riempirsi di acqua.
Gelida e inesorabile un pò alla volta riempie tutto.
Le tue membra si paralizzano, e la respirazione ti diviene ancora più difficile. 
Anche quel poco tempo che avevi a disposizione, sarà velocemente consumato dal nero liquame che riempie la tua tomba.
Il livello dell'acqua si alza, e, il freddo sempre più ti entra nelle ossa.
Piangi e urli la tua disperazione. 
Ora sei completamente immerso.
Ora l'unico rumore che senti, è il battito del tuo cuore.  Ritmico, regolare, però sempre più lento. 
Sai che non potrai trattenere il fiato per molto tempo ancora... la fine è vicina.
Sei solo, al buio, al freddo.
A un passo dalla morte e con un senso di disperazione, non vedi l'ora che tutto finisca alla svelta...
Ti lasci andare,  e mentre l'acqua ti entra nei polmoni, speri solamente di non soffrire troppo.
Sono questi i momenti in cui la vita ti passa davanti.  Pochi istanti che però hanno la stessa durata della tua vita precedente.
"Addio,  ora vedremo se dall'altra parte si sta meglio. La nera signora è venuta a prendermi. Vado subito,  non è bene fare aspettare una donna"...

giovedì 14 marzo 2013

Come Potrebbe essere più difficile?

Come potrebbe essere più difficile di così non pensare a te?
Ci provo, in ogni modo possibile. Ma ogni volta risulta sempre più difficile.
Provo a immaginarti tra le braccia di qualcun'altro, nella speranza di trasformare il vuoto della tua assenza in rabbia. Ma tutto quello che ottengo è solo invidia e tristezza per il fatto che un altro uomo ti ha tutta per se. Quell'uomo che non sono io...
Potrebbe essere più difficile di così,  sapere che non ti posso avvicinare a me dal momento che tanto non mi guarderai più con gli stessi occhi di una volta?
Potrebbe essere più difficile di così, sapere che ti ho persa per il semplice fatto di avere dato tanto, troppo, in così poco tempo che ci siamo frequentati? Tanto ho cercato di darti il meglio di me, altrettanto ti ho spaventata e allontanata. E in futuro invidio chi riuscirà a prendersi quella parte stupenda di te.
Potrebbe essere più difficile sapere che, ora come ora, tanto devo tenerti stretta al cuore? Perché tra le mie braccia è rimasta solo un'ombra. Il fantasma di ciò che non potrebbe e non potrà, mio malgrado, essere.
Potrebbe essere più difficile continuare a dover ogni giorno abbattere le illusioni che il mio cuore crea? So perfettamente che la vita non è una favola. Il buono può anche perdere. Anzi, è la normalità. Nella vita reale tu non sei quel caso su un milione, in cui le cose vanno come desideri. Anzi, vanno nel modo peggiore in cui possano andare. 
Potrebbe essere più difficile restare indifferenti quando ti vedo?
Sapere di non essere mai contato nulla? Semmai solo uno dei poveri sfigati che ti è venuto dietro, che non è mai contato nulla e che ha fatto l'errore di prendersi troppo.
Potrebbe essere più difficile vederti andare via con il carico di indifferenza che mi hai riservato dopo avere umiliato quello che sentivo?
Potrebbe essere più difficile continuare a volerti nonostante la merda che mi hai gettato addosso?
Dimmelo tu.
Cosa potrei fare?

Ringrazio il cielo che tu non leggerai mai queste parole. Conoscendoti, ti spaventeresti, nemmeno fossi un maniaco o uno stalker.
Oppure proveresti pietà... no grazie. Posso immaginare quello che diresti in questo caso.
"Mi spiace ma non provo più nulla, anzi non l'ho mai fatto e questo lo sapevi fin dall'inizio. Credevo di essere stata chiara fin da subito quando ti dissi che se ti prendevi io me ne sarei andata... " In quel caso la mia risposta sarebbe:
"Grazie al cazzo, lo so. E scusa se sono un essere che prova sentimenti. Scusa se non accendo o spengo il cuore a comando. Sono abituato ad essere rifiutato tranquilla. Tanto prima o poi mi passerà.  Passa tutto. Ci vuole solo il tempo necessario. "

Un giorno

Un giorno saprò
Perché il sole splende

Un giorno saprò
Per quale motivo il cielo è blu

Un giorno capirò
Come sia possibile che un amore
Può smuovere una montagna

Un giorno ti ho vista...
Da allora,
Solo da allora ho capito perché esisto. 

A.D.M. 

mercoledì 13 marzo 2013

Cara... ,

Cara... ,
Sono oramai passati mesi da quando le cose tra noi sono naufragate.
Il tuo arrivo e il tuo "abbandono" hanno occupato veramente una frazione piccolissima della mia vita.
In questo mio libro che io chiamo "esistenza", c'è un piccolo paragrafo
che porta il tuo nome.
Piccolo ma carico di importanza.
Sono stato con altre donne, ma nessuna di loro ha avuto per me lo stesso significato.  Mi prendevo in giro da solo... credevo che con loro mi sarei dimenticato di te. Finalmente sarei riuscito a chiuderti dentro una scatola. Purtroppo non è stato così.  Quello che sei per me è sempre stato qualcosa di vivo e presente nella mia quotidianità.  Non passa giorno che almeno un pensiero non lo rivolga a te.
È un pò come il cielo stellato. Ti basta alzare di notte lo sguardo in alto e vedere il firmamento.  Stessa cosa per me. Mi è sufficiente pensarti. So che ci sei, e come le stelle sono ignare di quello che facciamo noi uomini, so perfettamente che anche tu sei allo scuro di tutti i miei pensieri per te.
Non mi informo più su come stai, non voglio sapere nulla. Non lo faccio per cattiveria, Ma solo perché non so come potrei prenderla se dovessi sapere che, in questo momento, sei tra le braccia di un altro.
Tutte le persone a me più vicine mi hanno sconsigliato fortemente di continuare a pensarti. Ma come posso fare? Sarebbe come chiedere ad un uccello di non volare.
Ricordo ancora quella tua risata. Le prime volte che la sentivo mi dava quasi fastidio. Con il passare del tempo ho imparato a non poterne fare a meno.
C'è un giorno particolare del mese in cui il tuo ricordo è ancora più forte. È il giorno in cui ci siamo scambiati il primo bacio. 
Anzi, me lo hai letteralmente strappato. Eravamo entrambi in piedi davanti una panchina e tu ti sei gettata tra le mie braccia.
Non mi era mai successo. Ricordo ancora con imbarazzo come mi sentii spiazzato da tanta irruenza...
L'unica cosa che mi restó da fare fu una... ti strinsi a me più forte che potevo. Non volevo solo sentire il sapore delle tue labbra ma anche della tua pelle. Fu per quel motivo che ogni tanto indugiavo anche sul tuo collo.
Mi inebriavo del tuo profumo e del tuo sapore.
Oramai sono passati mesi... eppure da parte mia nulla è cambiato. Ho solo taciuto e fatto credere di averti dimenticata.
Come una piuma sei volata via.
Pensa un pò. .. per alcuni giorni ero riuscito a non pensarti, e, ogni volta che accadeva ciò, puntualmente in un modo o nell'altro accadeva qualcosa che univocamente mi ricordava te...
Sei quell'una su un milione che ho avuto la sfortuna di perdere. La cosa più grottesca è che, in genere, si perdono le belle persone per aver fatto qualcosa di crudele nei loro confronti.  Questo non è il caso. Anzi, ti ho persa perché mi ero preso troppo bene (anche se ancora non mi è chiaro cosa si intenda per troppo bene, dal momento che, ho visto maree di persone che agli inizi erano così con chi frequentavano) e ti ho spaventata.
Cosa non darei perché tu un giorno mi guardassi con gli stessi occhi che ho io per te...

Non ti posso avvicinare. Non so se in questo momento tu abbia qualcuno o no. Soprattutto, dal momento che so di essere storia vecchia per te, sono conscio del fatto che, come tutte le donne,  ciò che è chiuso rimane tale. Niente ripensamenti, niente ritorni di fiamma. Non posso nemmeno starti vicino come amico, dal momento che non so come reagirei se per caso un giorno dovessi dirmi di avere incontrato un altro uomo (Sempre che tu non lo abbia già fatto).
Sto pagando in questo momento la colpa di volere chi non posso avere. E devo dire che la cosa non è proprio il massimo. 
Non lo auguro a nessuno.

Tuo per sempre.
A.D.M.

Parliamone. ..

Inizierò citando una poesia di Flavio Oreglio...
"Nel mondo c'è la fame,
Ma domani il sole sorgerà...
Nel mondo c'è la guerra,
Ma domani il sole sorgerà...
Nel mondo c'è l'infelicitá,
Ma domani il sole sorgerà...

Certo che il sole... se ne sbatte proprio le balle".

Anche nella nostra vita, ci sono momenti non propriamente felici.  Eppure,  nonostante ciò,  il sole sorge ogni mattina.
Dovremmo prendere esempio da lui... andare avanti sempre e comunque.  Non è facile, ma necessario. 
Il sole è un pò anche come le persone che ci circondano. Non dico gli amici, quelli veri, ma gli altri individui che, più o meno superficialmente, incrociamo nella nostra vita.
Nessuno aspetta che il nostro cuore a pezzi si ricomponga. Ciò e chi ci circonda va avanti a prescindere.  Siamo noi che dobbiamo fare come loro. Proseguire il nostro cammino. Non è l'arrivo, ma il viaggio ciò che importa. Dobbiamo "viaggiare", e non fermarci se per caso incappiamo in qualche contrattempo.
Parlo proprio io che non sono in grado, in questo senso, di cambiare nemmeno una gomma (nemmeno in quello letterale ). Parlo proprio io, che non so distinguere un bullone da una brugola.
È da un pò che la mia macchina è in panne. Proprio faccio fatica a uscire dal pantano, specie perché i miei attrezzi sono chiusi a in una scatola con un lucchetto con su la scritta "ricordi" ( v. Uno dei miei vecchi post che si chiama così). Finché non riuscirò a liberarmi di quel benedetto blocco il mio viaggio è solo momentaneamente interrotto.
Viviamo in un mondo dove molte persone fanno del male agli altri, oppure semplicemente rimangono  indifferenti a quello che accade ai loro simili. Anche io ci cado ogni tanto,  ma ne sono cosciente, e nel mio piccolo cerco di farlo il meno possibile. Resta il fatto che comunque rientro pure io, mio malgrado,  in questa categoria.
Questa situazione tende a creare quello che io amo definire lo "zoccolo duro dell'indifferenza".
Provate a pensare... siamo così abituati a questa situazione, che se qualcuno ci si avvicina senza secondi fini, noi lo guardiamo storto. Anzi, abbiamo paura e quindi, o cerchiamo di ferire per non essere feriti, oppure semplicemente scappiamo. Peggio ancora, facciamo pagare al povero/a malcapitato/a, lo scotto di passate teste di cazzo che hanno fatto parte del nostro passato. Non è bello vivere guardandosi le spalle. Non è carino stare sempre con lo sguardo rivolto dietro di noi. Si deve pur trovare un modo per poter guardare avanti con fiducia. Il tempo passa, se continui a guardarti dietro, la morte ti coglierá alle spalle.
Personalmente parlando non voglio vivere sempre così... anche a me farebbe piacere poter dare a una sola persona la mia parte migliore.  Come del resto, forse per puro egoismo, desidero anche che la cosa sia reciproca. Alle persone che ho avvicinato, o che mi hanno avvicinato, non appena ho cercato di dare qualcosa di sincero, per tutta risposta ho avuto delusioni e calci tra le gengive. La colpa però non è loro... è mia... dimentico sempre il contorno sociale in cui viviamo. Queste persone, essendone figlie, si sono spaventate, sono scappate. Anzi, hanno rimproverato me del fatto che mi ero preso troppo bene... nemmeno avessi chiesto loro amore eterno... guarda caso, però, come mai le altre persone, almeno quelle che ho avuto la fortuna di vedere, quando stanno iniziando una sorta di "legame" (che brutta parola, perché non si parla di legame ma di scelta) si comportano esattamente, o quasi, come me? C'è sempre il trasporto iniziale.
Conosco i miei limiti, e forse tra questi c'è anche l'incapacità di non mettere da parte le mie tensioni. Forse sono anche queste quelle che possono spaventare.  Ma ribadisco, sono umano e nessuno è perfetto.
Scusate se mi posso prendere, e, scusate se non sono completamente uguale alle altre persone. Probabilmente,  se fossi ancora più menefreghista ed egoista le cose sarebbero andate diversamente. 
Forse, perdendomi in mille abbracci potrei guarire dalle mie ferite. Ma, piccolo dettaglio,  facendo così non rischio io a mia volta di ferire qualcuno? Se così fosse allora alimenterei a mia volta il famoso zoccolo.
Certo, esiste la capacità di andare con una persona solo per "sport", ma siamo sicuri che a lungo andare non scocchi quella scintilla? E allora che si fa? Il cuore non lo comandi. E se capita che ci si prende, diventano cazzi amari per quella persona.  Anche se si interrompesse ai primi segnali, comunque un pò si rimarrebbe segnati.
Questa è l'attuale situazione. 
Questo è quello che momentaneamente vedo io intorno a me.
Sono sicuro che esiste del buono. Anzi, ne sono certo.
Esiste una porta aperta anche per me da qualche parte. Devo solo trovarla, e lo stesso auguro a tutti.

A. D. M.

martedì 12 marzo 2013

Ricordi

Non ho molte foto di te... Anzi, se devo essere sincero non ne ho nessuna. Le avevo, ma quando le cose non sono andate, per non soffrire, ho dovuto cancellarle tutte... non è servito a nulla...
Il tuo ricordo mi perseguita... fino al tuo arrivo nella mia vita, non credevo che potessero esistere persone come te, capaci di scombussolarti anche solo con la loro presenza. Non riesco a rimanere indifferente se so che in un posto potresti esserci tu.
Sono passati mesi, ma il mio cuore batte ancora come nel periodo in cui ci siamo frequentati. Sei la cosa più bella che sia capitata nella mia vita. Quante volte in questi mesi avrei voluto averti accanto e stringerti a me. Abbracciarti come quando ci si sveglia da un incubo, e, la prima cosa che cerchi è appunto quella che in quel momento è la sola tua fonte di sollievo. A differenza di me, tu non sei tipa da effusioni in mezzo alla gente. Anzi, prendi anche per il culo le coppiette che vanno in giro mano nella mano... da questo punto di vista io e te siamo agli antipodi.
Ti ricordi la vigilia del tuo compleanno? Mi avevi detto che anche tu una volta eri molto "appiccicosa", solo che le tue esperienze ti hanno cambiato al punto tale da essere come sei ora. Ad esempio la storia dei messaggini... non va bene farsi sentire così spesso. Si risulta quasi invadenti... ti giuro, mentre parlavi avevo l'idea che quel discorso fosse più rivolto a te che a me. Sembrava quasi che volessi autoconvincerti. Infatti,  ti stavo addirittura per chiedere: "Ma lo stai dicendo a me o a te stessa?".
Che dire di quella serata passata sul lungo mare ? Ti ricordi? Rammenti anche quel silenzio imbarazzato, quando un tizio ci ha additato come coppietta mentre stavamo giocando al minigolf? Oppure ti ricordi la borra che hai tirato al ragazzino che non mi ha ringraziato quando gli ho recuperato la pallina? Da quel momento chissà perché faceva sempre il giro largo se doveva passarci accanto... :-D
Sempre lì, il confronto che abbiamo avuto quando eravamo seduti al tavolo a bere qualcosa assieme.
"Sei troppo appiccicoso".
" Tu invece non sei affettuosa per nulla, stento a riconoscerti".
"Tempo addietro, mi avevi scritto che ti mancavo. Per me non è lo stesso".
Ferito al cuore, per difendermi, ho dovuto mentire spudoratamente dicendoti che la mia era solo una frase di circostanza, buttata lì, così. Era solo per farti piacere.  A quelle condizioni non mi sarei mai sognato di dirti che quel mi manchi era sincero. Ti avrei spaventata, e tu saresti andata via... non potevo permetterlo. Certo che viviamo proprio in un mondo strano... se mostri affetto sincero la gente o se ne approfitta o scappa.
Non volevo che anche tu lo facessi con me.
Quella stessa sera ci siamo fatti ancora una passeggiata in riva al mare. Mi sentivo veramente ferito e fuori luogo. Ho cercato di non darlo a vedere. Forse ci sono riuscito, forse no.
Verso la mattina dopo mi hai ancora parlato del tuo passato, mi avevi riaccennato che ti eri fatta in quattro per tenerti stretto il moroso del tempo.  Mi hai raccontato anche delle tue storie passate,  e, sinceramente mi si è stretto il cuore. Avrei voluto stringerti a me e farti sentire protetta. Avrei voluto dirti che se volevi ora c'ero io a badare a quel peperino che sei sempre stata. Ma non ce la feci. Se ti eri spaventata per un semplice mi manchi, come avresti reagito a quelle mie parole? Ho dovuto mettere tutto a tacere. Ero costretto dalle circostanze che ti avevano reso, parole tue, una persona che non crede più nell'amore... Lo so, parola un pò grossa ma spero di aver reso l'idea di quello che voglio dire effettivamente...
Hai ragione a dire che sono un tipo troppo appiccicoso.  Ma che ci posso fare? È nella mia indole. Sono sempre stato abituato a fare il lavoro emotivo di due persone, e, in vita mia, non ho mai trovato qualcuna che anche solo  mi facesse sentire amato o desiderato. Mi sono sempre dovuto accontentare per paura di stare solo.
Con te però era diverso... sotto quella tua scorza dura avevo intravisto qualcosa di buono. Mi spiace non essere stato in grado di fare in modo che tu lasciassi andare quella parte di te anche nei miei confronti.
Dopo il tuo compleanno le cose sono degenerate.
Ricordo ancora quando, una volta tornata da fuori città,  mi avevi detto che mi vedevi più come un amico che come qualcosa d'altro. Lì ho dato fuori di matto. Come era possibile? Cosa ho fatto per vedere ricambiato il mio comportamento in questo modo.
Forse ti avevo spaventata? 
Forse ti avevo messo pressioni addosso in maniera più o meno conscia? Non ho idea. Ammetto che da qualche parte devo avere sbagliato... ma in questo caso si torna al discorso di poc'anzi... perché viviamo in un mondo dove se mostriamo quello che proviamo la gente si spaventa o scappa?
Dopo una settimana, tu stessa, prima mi hai mandato un messaggio in cui scrivevi che amavi troppo la tua vita per avere legami (neanche ti avessi chiesto di andare a convivere), e poi, mi hai detto che in viaggio con le tue amiche sei stata con un altro uomo.
Tralasciamo il come sono stato dopo, la cosa ancora più crudele è stata quando quel rincoglionito del tuo migliore amico, per sputtanarmi, mi ha fatto passare per lo sfigato di turno. Non gli ho risposto per le rime, e avrei potuto farlo, per rispetto nei tuoi confronti, e per il semplice motivo che il povero deficiente ha agito in buona fede per proteggerti sulla base di quello che TU gli avevi detto.  Si rispetta il cane per il padrone.
Nonostante tutto questo, e chi legge è libero di darmi del pirla, non riesco a nutrire sentimenti di odio o rancore nei tuoi confronti.  Specie dopo che hai cercato di chiedermi scusa.
Io non dico di essere scevro da colpe, sicuramente ho contribuito pure io... Magari ho cercato di dare troppo in poco tempo che ci stavamo frequentando ( parole tue). Oppure ti ho fatto pressioni senza farlo di proposito, ma quello che mi chiedo io è perché le nuove coppiette che vedo in giro si comportano come ho cercato di fare io e le cose sembrano andare bene? Lo vedo tutt'ora con una coppia neoformatasi di amici miei.  Ma questo rimane solo un mio punto di vista. Condivisibile o meno. 
Ribadisco, non sono una vittima perché si sbaglia sempre in due. Le mie colpe me le assumo tutte.
E infine,  non mi importa di quello che la gente può pensare se scrivo che...

Mi manchi.

Sono stato con altre donne, ma nessuna mi ha lasciato lo stesso ricordo tuo.
Ad uno ad uno i miei ricordi di te riemergono e mi accompagnano per tutta la giornata.

Ora vado.

A.D.M.

Rialzarsi.

Quanto può risultare difficile andare avanti nonostante tutto?
Quante volte, rialzarsi dopo essere caduti ci è risultato così difficile? Certo, ti capitano delle volte in cui hai la fortuna di avere qualcuno accanto che ti può aiutare nell'impresa, ma, quando sei costretto a farlo da solo, trovare le giuste leve, tante, troppe volte è veramente difficile.
Ci sono dei momenti in cui la vita ti molla di quei ganci in faccia,  capaci di stendere un peso massimo. Non è tanto il colpo, che già di per se fa male, ma è tutto quello che succede dopo, ciò che ti mette a dura prova. Sapere incassare è già qualcosa, ma quando sei al tappeto ti devi rialzare. In un modo o nell'altro...
Io non sono un buon incassatore, anzi, so di essere un debole... specie quando si parla di amore e sentimento. 
I ganci peggiori sono quelli che ancora mi costringono ad aggrapparmi alle corde. Non sono ancora completamente in piedi, più che altro in ginocchio... ancora un pò stordito...
Da terra, la volontà di rialzarsi viene offuscata da quei dubbi e quei rimpianti che per molto tempo riempiono i miei sogni. Cose che mi sarebbe piaciuto che fossero, ma che alla fine non sono state. Persone che, come una tempesta, sono arrivate, e poi, alle loro spalle hanno lasciato solo macerie e desolazione.  Nel libro della nostra vita, ci possono essere paragrafi che, per quanto brevi, hanno avuto la stessa intensità emotiva di quella che potrebbero avere capitoli interi.
Quante volte domande tipo "E se... ?", hanno continuato a ripetersi nel mio cervello come i battiti del cuore? Quanti ricordi riaffiorano alla mente con tutte le emozioni ad essi associate?
Sei a terra, e il peso dello stordimento è dato proprio da ricordi e rimpianti che oramai ti sono stati marchiati a fuoco nell'anima. Che siano passati giorni, settimane,  mesi o anni, ogni esperienza ha la stessa nitidezza che avrebbe se stesse accadendo in questo preciso istante.
Quante volte vi sarà capitato di ricordare anche i più piccoli dettagli? Cose che sul momento, magari, non avevano importanza, ma che poi, con il passare del tempo hanno acquisito un peso notevole.
"Guarda... lì è dove ho dato il primo bacio a quella persona, quella sera c'era un vento pazzesco e dietro di noi, mentre eravamo seduti sulla panchina, un gruppo di ragazzini stava facendo baccano..."
...
Certi ricordi e persone sono come le cicatrici post operazione.  Possono guarire,  ma rimarrà sempre traccia di loro.
Rimane comunque il fatto che sei obbligato a rialzarti, l'arbitro non aspetta,  il conteggio va avanti e, se non vuoi essere un perdente,  non ti rimane scelta che a qualunque costo devi rimetterti in piedi.
Ti guardi in giro e speri di vedere un appiglio...
Guarda quelle corde... nella nostra vita, queste sono gli amici, se sei abbastanza fortunato da averne... Ma quelle corde non servono a molto se non hai la volontà di fare qualcosa.
Se non vuoi tornare in piedi, nemmeno la più forte delle gru può rimetterti in verticale.  Per quanto tempo ancora vuoi stare a baciare il pavimento? 
Alle volte  però la volontà non è l'unica cosa... ci vuole anche la capacità di non fare del proprio stordimento (i ricordi), la zavorra inutile che ti tiene a terra.

D.M.

domenica 10 marzo 2013

Appuntamento.

È incredibile come alle volte certi episodi ritornino alla mente con una forza tale da sembrare cose accadute da pochi giorni. 
Sono qui, seduto davanti alla televisione.  Con lo sguardo sto seguendo il susseguirsi delle immagini, ma con la mente vago nei ricordi che da mesi mi accompagnano.  Memorie di momenti passati con te a ridere, scherzare, anche confrontarci su punti di vista differenti.
Ricordo ancora la prima sera che siamo usciti assieme.
Tu mi avevi già inquadrato. Avevi capito che tipo ero e sapevi già come prendermi. 
Sono venuto dalle tue parti e siamo andati al mare assieme per bere qualcosa.
Per farmi smollare un pò mi "costringi" a bere qualcosa di forte, con la scusa che non si lascia mai una ragazza a bere da sola.
Seduti in quel bar in riva al mare, dove parliamo del più e del meno. Mi racconti di quando sei andata con la tua amica la vigilia di Natale a casa di un tizio per festeggiare.  Lì ti sei rotta le palle così tanto che ti sei fatta fuori quasi una bottiglia di liquore, mentre gli altri guardavano dei video di ballo.
Ogni tanto mi perdo a guardarti mentre ti passavi il burrocacao sulle labbra, e tra me e me mi chiedo chissà se prima o poi avrei avuto la fortuna di sapere che sapore avrebbero avuto...
Ci alziamo e passeggiamo per il lungo mare. Tutto intorno a noi la vita notturna estiva è al suo culmine. Gruppetti di ragazzini che sghignazzano tra loro lungo le banchine, coppiette sedute sulle panchine, famigliole felici che si godono il dolce tepore estivo. In mezzo a tutto questo io e te, mano nella mano che camminando, ogni tanto ci scambiavamo sguardi molto eloquenti su cosa sarebbe accaduto da lì a poco...
Arriviamo in un posto abbastanza appartato,  un luogo pieno di panchine... non faccio in tempo a mettere giù la borsa che mi ritrovo a sentire per la prima volta il calore delle tue carezze e il sapore dei tuoi baci. Mi sentivo come un ragazzo che prova per la prima volta la droga.  Appena inizi, non ne puoi fare a meno. Avevo i sensi tesi al massimo, affinché ogni aspetto di quel momento si imprimesse a fuoco nella memoria. Purtroppo ci sono riuscito...
Non so quanto tempo trascorriamo uno nelle braccia dell'altra, Ma, ad un certo punto, abbiamo decidiamo di alzarci.
Giriamo per i vicoli, mettendoci più del dovuto perché sento il bisogno della mia "droga" per poter continuare a camminare.  Ci fermiamo in un altro bar, parliamo ancora del più e del meno. Ricordo che mi hai mostrato alcune delle foto che hai fatto. Mi hai detto che, se volevo, potevo sceglierne una di te che tu poi mi avresti poi mandato.
In una, che mi aveva particolarmente colpito, Eri davanti uno specchio e ti si vedeva di profilo...
Ogni tanto colgo l'occasione di baciarti e guardarti diritto negli occhi. Belli,  profondi, e mi è dolce il naufragare in quell'immensitá. Non posso non notare che il tizio al tavolo in parte al nostro non perdeva occasione per guardarti. Non ci voglio fare caso...
Ogni tanto sorrido perché mi viene in mente una frase che farebbe venire la carie ai denti. Mi convinci a dirtene una, e, in quel momento ti rendo partecipe del fatto che guardandoti mi rendo conto di come possano esistere angeli anche senza ali. Eri un sogno per me,  avevo paura di svegliarmi. (Mi sono svegliato infatti... giusto giusto un paio di settimane dopo).
Ci siamo alziamo, e, tornando verso la macchina ogni tanto faccio pausa "droga".
Arrivati lì partiamo lì e andiamo in un posto appartato per stare completamente soli. Abbiamo trascorso la notte assieme, uno nelle braccia dell'altra.
La notte più bella della mia vita.
Come quella notte mi è rimasta dentro, lo stesso vale per te.
Oggi, domani, per sempre...

Avrei voluto.

Avrei voluto che tu mi vedessi come lo fanno i miei occhi quando ti guardano.
 
Avrei voluto avere ancora un'occasione per poterti stringere a me come facevo una volta.

Avrei voluto avere almeno una possibilità per poterti dire tutte quelle parole che il mio cuore mi suggeriva, quando avevo la fortuna di passare del tempo con te.

Avrei voluto farti capire che tutto quello che volevo non era altro che vederti sorridere e sentire il dolce suono delle tue risate.

Avrei voluto, sentire ancora il sapore dei tuoi baci. Silenziose promesse che poi la vita e il destino non hanno loro permesso di diventare realtà.

Avrei voluto sentire ancora il calore del tuo corpo sopra il mio. Non mi sarei sognato di sentirmi così...
Un abbraccio così forte che le stelle e il cielo si sarebbero fermati a guardare noi due, persi in quella stretta.

Ma soprattutto,
Avrei voluto te.

Adesso che non ci sei più non mi sarei mai sognato di sentire così tanto la tua mancanza. Quasi come l'aria che respiro. Ora, il vuoto che ho dentro sembra quasi una voragine senza fondo. Un abisso in cui è presente solo buio e freddo.

Il tuo ricordo... ora e per sempre.

sabato 9 marzo 2013

A te


A te che leggerai queste righe...
A te che, magari, in questo momento starai lavorando, oppure, semplicemente, oziando alla grande.
A te che al tuo fianco avrai qualcuno, ma anche a te che vivi con la speranza che un giorno una persona speciale attraversi il tuo cammino.
A te che hai la fortuna di non avere problemi economici, ma anche a te che ogni mese lotti per fare quadrare i conti.
A te che, grazie al tuo aspetto,  sei in grado di sedurre qualsiasi donna (o uomo), ma anche a te che hai la capacità seduttiva di un cinghiale con le emorroidi.
A te che sei sempre al centro dell'attenzione,  ma anche a te che non ti senti mai all'altezza di nulla. A te che ogni notte hai qualcuno con cui dormire, ma anche a te che come uniche compagnie hai il tuo cuscino e la tua solitudine.
A te che pensi che il mondo sia un posto bellissimo dove vivere, ma anche a te che sei convinto che ogni giorno passato su questo pianeta altro non sia se non una continua lotta per la sopravvivenza. 
A te, a me, a tutti, mi viene da dire: Non pensare a quello che non hai, ma sfrutta e godi tutto quello che la vita, per quanto poco possa sembrarti, ti ha donato.
Non accettare quei compromessi che ti scavano dentro.
Non cercare quell'amore che CREDI di meritare, ma soprattutto non accettare situazioni in cui sei tu che devi fare il lavoro emotivo di due persone, perché hai una paura fottuta di stare solo/a.
Fai in modo che ogni tuo giorno sia spettacolare... non ci vuole tanto, anche la più piccola cazzata può cambiarti in meglio l'umore. 
Sorridi più spesso. Come disse qualcuno, la vita è uno specchio. Ti sorride se tu lo fai di rimando. 
Quando tutte le porte ti sembreranno chiuse, vedrai che prima o poi si aprirà quella che ti condurrà sulla strada maestra.
Ricorda che C'è come un fuoco dentro di noi. Quella fiamma che accende e scalda non solo il nostro animo ma anche quello di chi ci sta intorno. Sta a noi trovare la forza e il modo di accenderla.