sabato 26 marzo 2011

Il mio grosso grasso cuscino

Stavo riflettendo tra me e me su cosa mi porterei su un'isola deserta, e, tra le varie cose, sicuramente porterei con me il mio cuscino. Non ci ho mai fatto caso, ma quel piccolo ammasso di piume e stoffa ne ha effettivamente viste di tutti i colori.
Per me è grande perchè in tutti questi anni, senza dire nulla (sarebbe raccapricciante se per caso un giorno dovesse rispondere), mi ha accompagnato durante tutte le mie ultime notti da quando mi sono trasferito qui nella città di Brescia. Solo per il fatto di stare attaccato alla mia testa, ho quasi la vaga idea che lui potesse sentire i miei pensieri e le paranoie che mi hanno dato la buona notte prima di addormentarmi, o anche le prime cose che mi venivano in mente ogni mattina già da quando ero in dormiveglia.
E' stato senza ombra di dubbio l'unica cosa che è sempre stata presente in ogni fase della mia vita.
Chissà cosa direbbe se un giorno dovesse parlare. (Se dovesse farlo veramente penso che la prima cosa che farei sarebbe sicuramente quella di trovare un buon analista).
A questo punto mi piacerebbe dire io qualcosa diretto a lui. Sia chiaro, ho anche degli amici veri nella vita reale, e non scrivo queste cose perchè mi manca qualcosa, ma semplicemente mi piace l'idea di scrivere qualcosa rivolta ad un oggetto per vari semplici motivi.
1- Quante altre persone sane di mente lo farebbero.
2- Ci sono molte persone che nella loro vita parlano di oggetti importanti che li hanno accompagnati durante la loro vita, vuoi una bicicletta, vuoi un'orologio, vuoi una macchina, ma quanti si sono soffermati a parlare di qualcosa che immancabilmente li ha accompagnati durante le loro ultime ore della giornata fino ai momenti che precedono l'inizio della giornata?

Amico mio,
ti ringrazio per avermi accompagnato durante tutte queste fasi della mia vita. In passato quando ero giù di corda o mi sentivo solo, mi bastava abbracciarti per sentirmi sicuro.
Quante volte tu, silenzioso hai accolto le mille lacrime che riversavo sopra di te a causa di una brutta giornata o a causa di una grossa delusione.
Quando ero più piccolo, quando ero arrabbiato per qualche cosa ti prendevo a pugni, e, ora che ci penso mi spiace averti usato come valvola di sfogo.
Chissà quanti segreti che nemmeno io ricordo devo averti sussurrato, e chissà quante volte mi avrai sentito ridere per un sogno piacevole o anche urlare perchè avevo gli incubi. (In maniera particolare la sera in cui avevo visto l'esorcista in versione integrale... Film Horror dei miei ovindoli...)
Mi spiace averti procurato quella bruciatura sull'angolo destro, ma sai com'è, quando i genitori non ci sono vuoi toglierti per una volta lo sfizio di poter fumare una sigaretta in camera da letto.
Mi spiace per averti usato un paio di volte, all'età di 16 anni,  come bersaglio per le palline in gomma piuma, ma in quel periodo mi era venuto il pallino del tiro a segno.
Ti ringrazio per ogni notte in cui prima di addormentarmi mi hai accompagnato mentre leggevo i soliti manga, fumetti e libri. Anche se di pochissime parole, per fortuna, sei stato una valida compagnia. Ti sussurravo le vaccate e le piccole vittorie che la vita mi ha regalato. E tu eri presente. Senza di te non riesco ad addormentarmi perchè grazie a te riesco a stare comodo.
Non ho altro da dire, se non che ti ringrazio di cuore per tutti questi anni.
Benigni una volta ha detto... Un amico non è solo quello che c'è quando hai bisogno, un amico è quello che c'è sempre.
Devo proprio dire che da questo punto di vista sei stato un amico, ed è proprio per questo che sicuramente ti porterei su un'isola deserta.
Ora ti lascio.
Grazie grazie grazie.